“E al Manifesto che facevi? “L’ apprendista. Era il 1981, e tagliavo le agenzie. Arrivavano a rullo, sulla carta. Andavano tagliate con un righello, selezionate, e infilate dentro delle vaschette. Era un lavoro non banale. Perché dovevi capire cosa era importante. ”
Così Andrea Salerno, neo direttore di La 7 racconta i suoi esordi.
Ho vissuto la stessa esperienza al Tg1 , in redazione cronaca fra la fine del 1981 e il 1982. Ero fresco vincitore di borsa di studio per la formazione di nuovi giornalisti.
Selezionavo le agenzie , le tagliavo dal rullo e le distribuivo per argomenti sul tavolo del caposervizio dentro cartellette alla buona . Poi, qualche ora più tardi, si decideva cosa farne. Ero 145 chili all’epoca. Ogni tanto sfasciavo le fragili sedie della redazione. Dopo qualche giorno di mi assegnarono alle “agenzie”. Il mio nome figurava in fondo al sommario. Significava che durante la messa in onda del tg delle 20 dovevo stare nella sala delle agenzie dove decine di stampanti vomitavano ininterrottamente “lanci” di esteri, cronaca, politica, cultura , economia e sport. Se ritenevo che qualcuna meritasse attenzione la strappavo, la portavo di corsa al mio caposervizio che la valutava e la consegnava in studio al conduttore per la lettura. Sarà capitato un paio di volte. Al Tg1 lavoravo dalla mattina a notte. Non mi perdevo un’edizione. Non avevamo orari rigidi, ma a me piaceva stare lì, seguire quello che accadeva, dalla nascita della notizia al suo confezionamento. Nel pomeriggio alla spicciolata arrivavano Massimo Valentini, Sergio Modugno, Andrea Melodia,Paolo Frajese,Bianca Maria Piccinino e tanti altri. Poi quello fu il regno per tanti anni di un altro grande indimenticabile maestro: Roberto Morrione. Su tutti vegliava la più cara delle collaboratrici Antonella Licini insieme a Roberta. Di tanto in tanto si accendevano discussioni politiche nei corridoi, ne ricordo alcune molto accese fra Liliano Frattini , comunista gentile ed elegante,e Alberto Masoero, liberale e conservatore, elegante alla stessa maniera. Per me, agli esordi, erano tutti personaggi straordinari. In via Teulada, dove allora c’erano tg1 e tg2, bastava scendere di un piano e si arrivava all’altra redazione cronaca dove c’erano Giancarlo Santalmassi e Giò Marrazzo, Ulderico Piernoli e la sempre bellissima Rita Mattei. Con molti ho lavorato per anni, con alcuni ho avuto anche rapporti di amicizia. Roberto Morrione soprattutto mi ha sostenuto esponendosi con coraggio quando i miei servizi su mafia e politica al Tg1 scatenavano l’inferno e reazioni violente in redazione e fuori. Sono cose che non si dimenticano. Bianca Maria ogni tanto mi scrutava . Attraversavo periodi di scoramento perché la sorte dei “borsisti” era incerta. E lei con dolcezza mi diceva “oggi hai le madonne,ti si leggono in faccia”. E mi tornava il buon umore. Un direttore generale alla fine decise che potevamo essere assunti. Diceva” il più destro dei borsisti è del Manifesto. Sicuramente per questi non ci saranno partiti che mi telefoneranno e non avrò rotture di scatole come quelle che ho quotidianamente da DC, Psi e Pci”.
Così cominciava piano piano ad affermarsi una nuova generazione di giornalisti del servizio pubblico.