Le mie tappe di “borsista” alla Rai furono a Torino (di cui scriverò) al Tg1 (come vi ho raccontato) al Gr1 e al Gr3 prima di concludere a Palermo. Al Gr3 mi occupavo prevalentemente di esteri. Seguivo una delle crisi libanesi. Ogni giorno scorrevo giornali e agenzie per scrivere un pezzo che spesso (scandalo!!) apriva una delle edizioni del giornale. Qualcuno protestava. Il sindacato ci difendeva (il patto era che tutte le prestazioni fossero senza firma e non in voce, quindi i testi venivano affidati a uno speaker che incideva il nastro per conto nostro). Mi pare di ricordare che fosse direttore allora Mario Pinzauti . Ebbe la ventura di assistere in diretta al malore e alla morte dell’allora Direttore Generale Villy de Luca. Ne fece una cronaca essenziale e garbata. Ogni tanto capitava in redazione uno degli inviati più autorevoli della radio, Paolo Aleotti, che all’epoca seguiva soprattutto le crisi internazionali. Ci raccontava del suo lavoro, dei montaggi avventurosi dei suoi servizi utilizzando le forbici e i nastri incisi sul suo “nagra”, il registratore professionale in uso agli studi radiofonici e in una versione più portatile anche agli inviati. Faceva tutto da solo. La radio è stata sempre più povera ma anche più agile. Ci sosteneva, intendo a noi borsisti con calore e gioì alla nostra assunzione . Come lui un altro amato collega Gregorio Donato, vaticanista di prima grandezza della radio che organizzava di tanto in tanto riunioni nella sua bella casa romana con le travi a vista . Al Gr3 c’era anche Daniela Vergara, allora praticante che dopo qualche anno sarebbe approdata al Tg2 per seguire il Quirinale. Era bella e brava e anche molto alta.